domenica 20 settembre 2015

Fondalimentalismo (1/2)

Non è un refuso, il titolo è proprio quello: fondalimentalismo. Ovvero il fondamentalismo alimentare. E sì, perché mentre qualche secolo fa ci si batteva anche fino alla morte solo per religione o patriottismo, oggi la guerra i fa anche sull’alimentazione: vegetariani, vegani (che sono molto diversi e si offendono se li chiamate vegetariani), locavori, crudisti, edenisti… la perversione umana – permettetemi!! – ha invaso anche una delle cose più piacevoli della nostra vita e cioè il cibo!



Potremmo parlare parecchio di quelle che per me sono assurdità (odio ogni forma di esagerazione ed estremismo), ma qui mi limiterò ad un paio di osservazioni. Sono certo che:

a) alcuni di voi mi toglieranno il saluto (e già sono pochi…)
b) perderò amici di facebook (chìssene)
c) molti non conoscono tutte le (folli e perverse) varianti alimentari che vi proporrò
d) combatterò sempre ogni forma di esagerazione, i vostri commenti non potranno farmi indietreggiare
(Nota: se troverete un “NR” ad un commento vorrà dire che l’ho letto ma che preferisco non rispondere. Evito polemiche.)

Da piccoli si mangiava tutto senza troppi problemi. Possiamo dire che tutti noi eravamo onnivori. Carne, pesce, latte, uova, formaggi, frutta, verdura… quella che si chiama una dieta sana ed equilibrata. Sì, certo, c’erano gli asceti, il Dalai Lama, Ghandi. 



Ma parliamo di personaggioni, non di noi comuni abitanti del pianeta. Posto che la grandezza del personaggio potesse essere correlata al fatto che mangiava solo bacche e radici (parliamone).
Ma poi si diffuse il vegetarianesimo su larga scala. “Mangio tutto ma non carne e pesce” (però magari la pastina col dado me la fai che ho il raffreddore?). Poi arrivò qualcuno e disse: e le uova? Potrebbero diventare pulcini. E il latte? È un derivato animale. Zero latte quindi, e zero formaggi (pensate a essere condannati a vita a mangiare la pizza senza mozzarella). E il miele? Anche il miele, derivato animale… Va bene, però qualche proteina animale la devo mangiare… e allora qualche “deroga” la mettiamo. E allora (scommetto che c’è lo zampino di qualche italiano) diciamo che siamo vegetariani, ma latte e uova e miele sì. 



Nascono così i latto-ovo-vegetariani. Ma voi ve l’immaginate questi in una conversazione a tavola?

- Scusa, questo non lo mangio
- Non ti piace?
- No, è che sono LATTO-OVO-VEGETARIANO

Cioè… io gli scoppierei a ridere in faccia già solo per come si pronuncia… Non abbiatela a male. Odiatemi, tempestatemi di messaggi minatori ma proprio questo non si può sentire: LATTO-OVO-VEGETARIANO…!A questo punto, aperta una maglia, cominciamo con le deroghe e con le sanatorie. Come con le verande, i casotti, le superfetazioni e le tettoie. E così nascono i “pescetariani” che ammettono il pesce e i “pollotariani”che ammettono il pollo e le carni bianche oltre che quelle degli uccelli in genere, senza sapere che, ad esempio, il piccione è una carne rossa.


Ma vogliamo parlarne? Dopo aver fatto tanta fatica per diventare vegetariano si ammette questo e quello? Tanto vale continuare guardare con amore culinario un bel vitellino, fare l’amore gustativo con un prosciutto arrosto, immergersi in un orgasmo olfattivo di una grigliata di stigliole (interiora di agnello condite, tipiche palermitane). A parte che pescetariano e pollotariano fa impallidire i latto-ovo-vegetariani come generatori di risate sbattute in faccia:

- No, scusi, questo no…
- ah, è forse vegetariano?
- no, non vegetariano, pescetariano (o pollotariano)

Starei a ridere davvero un quarto d’ora

C’è però un poi. Il poi è rappresentato dai vegani. Un oltre, un “beyond”, una sublimazione del vegetarianesimo. Mangiano esclusivamente vegetali. E basta. Ok, ci sono le varie soie, tofu (che sempre soia è), seitan (che sempre soia è), semi e legumi di origine arcana tipo il miglio (che da piccolo lo ricordo come il mangime che davano a Titti di gatto Silvestro), la quinoa… 



Certo, legumi ad alto contenuto proteico, ma anche proteine non nobilissime. Si sopravvive, certo, si può. Anche se ultimi fatti di cronaca suggeriscono, ad esempio, che ad un bambino è meglio somministrare proteine animali durante la crescita. O anche – guardate in rete – che alle donne il ciclo può sfasare un pochettino... Ma sì… però salvo il pianeta, non mi viene più il cancro, e la seconda domenica di Giugno dopo la mia morte ascenderò anche in cielo.
E ovviamente, da vegani, dimentichiamoci il 97,9% dei dolci perché, lo sappiamo, si usano uova, latte o suoi derivati. Certo, vedo ricette in rete: torta senza uova, senza latte, senza burro… cos’è: pane zuccherato? O il tiramisù senza mascarpone… si fa con la panna vegetale. A parte che il tiramisù richiede espressamente il mascarpone e non la panna, provate a mangiarlo in versione vegan…



E anche qui… a tavola… (tratto da una storia vera):

- Prendine un po’
- Ma cos’è?
- Parmigiana di melenzane
- ma ci hai messo il parmigiano?
- Beh, sì – risposta piena di sensi di colpa – sei forse intollerante… - e se fosse questo il caso, per carità, niente da dire alle scelte alimentari
Noooo! – dice invece i-nor-ri-di- to – assolutamente no! IO (pausa) sono (pausa) VEGANO (mento alto e sguardo verso l’infinito). Come a dire, io vegano, tu un misero verme inferiore e arretrato che della vita non hai capito un cazzo.



Vegano… di Vega (mi ricorda molto Goldrake, il mio cartone animato preferito quando ero piccolo)? Ti dà una mano, come il metano? Non so, un altro nome poco serio, specie nella versione inglese: vegan. Sembra il nome di una pornodiva degli anni ’80. Che poi una pornostar, Silvia Bianco, ha davvero partecipato a uno spot per vegani…
Perché poi, a proposito di pornodive, ‘sti vegani hanno una specie di “invidia del pene”. Non mangio certe cose ma le faccio uguali. La crostata, lo spezzatino, il würstel, persino la frittata… ma in versione vegana: se proprio devi cambiare, creati le tue pietanze, senza rivangare il passato, no?


<SEGUE>

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