A chi non è capitato di essere invitato a casa di amici ed
essere accolti da una padrona di casa che prima ancora che il rimbombo della
chiusura della porta dell’ascensore si spegnesse nella tromba delle scale ci
dice:
- scuuuusa per il disordine ma oggi sono tornata taaaaardi e
Faruk viene domani… - segue bacio con lo zigomo se no le si rovina il trucco
Cominciamo intanto a dire che “Faruk” è solitamente un tipo nerboruto,
solitamente extracomunitario, da cui solitamente la nostra amica è segretamente
attratta. Sì, perché “Faruk” sostituisce quella che lei fino a un paio di anni
prima chiamava “la signora delle pulizie”. Sapeva benissimo che si chiamava
Rosalia e veniva dalla (nobilissima) zona portuale di Palermo del Borgo Vecchio,
ma non osava chiamarla per nome: Rosalia è “tascio” (volgare, per i non
siciliani NdR). Faruk invece… beh, Faruk è Faruk!
- Non ti preoccupare Deianira -come possiamo pensare che si chiami
una stronza come questa se non Deianira? – io sono messo peggio di te
Stronza perché appena varchiamo la soglia di casa, entriamo
praticamente nell’Eden della pulizia, nell’iperuranio dell’ordine, nell’enciclopedia
della brillantezza. Gli occhi cercano nella disperazione ragnatele nascoste,
riverberi che rivelano ditate, specchi con tracce di aloni, angoli con
nanogrammi di polvere. Nulla. Perfetta. La fottuta casa di quella stronza di
Deianira è perfetta.
E il buio scende sul mio volto. Perché è vero oltre ogni
possibile e immaginabile verità che la mia casa è messa peggio. Perché in quel
momento ricordo le quattro ceste di panni da stirare spiaggiate sulla
cassapanca, i piatti di tre pasti ammonticchiati nell’acquaio, gli schizzi
della frittura puliti male dopo l’ultima scorpacciata di calamari, quell’angolino
vicino al battiscopa che è così difficile da spazzare… E in me si genera un
conflitto. Mi spacco. Perché Deianira è mia amica, ma scopro in quel preciso
momento che mi è sempre stata un po’ sulle palle, non ero mai riuscito a capire
forme e contorni di quella idiosincrasia, ma ora li riconosco improvvisamente:
è una odiosa, spocchiosa, presuntuosa e tutte quelle brutte parole che però si
possono dire (e scrivere NdR) in pubblico (e nei blog NdR) che finiscono in –osa.
La stronza di Deianira, peraltro, non ha finito. Siccome l’umiliazione
è assolutamente dolosa, e anche premeditata, meritando il massimo della pena
prevista, mi chiede anche di fermarmi a cena. Sono arrivato alle sei… alle
sette e mezza mi inviti, mi fa piacere… e io:
- Ordiniamo delle pizze, ma solo se le offro io!
Deianira mi guarda con quegli occhi da Barbara D’Urso, la
risata da Raffaella Carrà, la corporeità di Antonella Clerici e risponde:
- ma quali piiiizzeee – Deianira allunga tutte le vocali, fa
gran donna – butto giù io due cosette, certo con quello che ho in casa, ma non
permetto che in casa mia entri altro cibo all’infuori di un po’ di pane. Che
non faccio io solo perché è tardi. – Odio
E mentre sei in cerca del panificio, pensi a cosa starà
combinando: ti aspetti una spaghettata… una frittata… salumi e formaggi con del
pane… roba semplice. Per stare insieme. Bussi, riattraversi la porta per
entrare “nel regno del pulito” (cit.) e senti odori e aromi degni del
ristorante di Cracco.
- Ma che fai?
- Un risottino, delle polpettine al sugo, un’insalata mista
e poi per dessert dei tortini cuore caldo, ma non quelli tradizionali, quelli
che faccio io: ne tengo sempre una scorta pronta per situazioni come questa…
E lì sopravviene la frustrazione, immediatamente vinta dall’odio
più profondo. Ma come cavolo fa questa in mezz’ora? Deve avere tutto pronto.
Non è possibile. E se così non fosse andrebbe uccisa e il corpo fatto
scomparire. A parte che l’insalata mista… mica è lattuga pomodoro e carote.
Abbiamo i cuori di palma, la granella di noci, la mela verde, l'avocado. Sì, Deianira ha
imparato a farle tramite un corso di cucina. Perché lei “sa anche cucinare”.
Cazzo, Deiani’, non potevi avere pure i cuori di palma a
casa… tu mi stai imbrogliando!
E poi il colpo di grazia.
- Volevo impastare degli gnocchi veloci veloci ma mi sono
accorta che ho solo le patate viola… non avevo un sugo da abbinare, potrebbero venire male.
Tu lo mangi il riso mi pare…
Le patate… viola!? Il sugo da abbinare!? Ma che è tipo una prova di Masterchef?
Diciamo la verità, Deiani’, hai sbagliato ad afferrare la reticella quando hai
architettato tutto questo contro di me. O magari Faruk, che a questo punto decreto
che è il tuo amante fisso, è venuto stamattina, ti ha strapulito e stralucidato
la casa, poi ti ha dato una ripassatina e ti ha fatto anche la spesa. Tu hai poi
pure avuto il tempo di fare trucco e parrucco dalla tua estetista di fiducia.
Confessa!
- È che… voi uomini non sapete fare più cose insieme…
E qui cerco un machete per devastarla… ma poi mi ricordo di
avere un blog e allora prendo questa ultima frase e la metto tra quelle che
devo commentare. Decido che anziché uccidere Deianira è più sano dedicarle un
post.
Ti amo Deianira. Fottiti Deianira.
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