Dopo alcuni benevoli commenti sulla femminilità da spiaggia
(vi assicuro, quelli erano benevoli), è il momento di passare a commentare il
sesso forte. In realtà i maschi sono più noiosi delle femmine perché i loro
tipi di abbigliamento da mare sono abbastanza standard e sostanzialmente tre: slip,
boxer e una via di mezzo tra i due, denominata “parigamba”, che molti
erroneamente scrivono e pronunciano “perigamba”. Potremmo disquisire dieci o
quindici righe sulla inutile etimologia di questo ultimo termine, così come i
pantacollant, i pantapalazzo (palazzo ‘dde ché?) pantajazz (jazz…!?). Non lo
farò, almeno non adesso. Capite bene che questo argomento è troppo succulento
per esaurirlo in due righe.
Ma torniamo ai tre costumi standard:
Slip. Nasce di un unico colore, solitamente nero, poi si
evolve in varie tonalità, fantasie, disegni che mettono in risalto… quello
davanti o… quello dietro. Il pacco o il sedere, insomma. Sono più a mutanda, a
vita bassa, sgambati o meno. Il maschio medio tende a sceglierli con una
cucitura sul davanti perché se no… lo fa piccolo (sempre il pacco). Se poi c'è una "conchiglia"... meglio ancora!
E sì, i
nuotatori e tuffatori, quelli che indossano Speedo (marchio registrato) o altri
costumi da competizione, avrete visto che non hanno “formosità” come i modelli di
biancheria intima. Non è una categoria di minor habens, poverini, il loro “apparire”
dipende molto dalla famigerata cucitura, mancante nei costumi sportivi e spesso
inserita proprio ad arte. Un po’ come stecche e altre impalcature usate per
valorizzare microtette femminili.
Altra cosa che il maschio medio tende a fare
è scegliere una misura non troppo “schiacciante”, stesso motivo. Ma neanche
troppo grande, se no il povero pisellino sembra un guscio di noce che nuota nel’oceano:
quante paranoie! Infine, il maschio medio che indossa costume slip ha una
probabilità tre volte maggiore di stare lì a ravanarsi la sua roba per tenerla
nella corretta posizione nonché per evitare che “l’effetto acqua fredda” ne riduca
troppo il volume (parliamo sempre del pacco).
Boxer. Solitamente indossato da chi pensa di avere problemi
di pancia, di pacco, di sedere, di lati A e B insieme, da chi pensa di essere
così perfetto da potersi permettere qualsiasi tipo di costume, anche uno coprente,
da chi non sopporta “costrizioni” di alcun tipo mentre si è al mare (come me; il boxer nero in figura è come il mio. Io non sono come il modello...).
Morbido sulle cosce, la lunghezza varia da pochi centimetri sotto il cavallo
fino al ginocchio.
In questi ultimi casi la fantasia è spesso hawaiana e il
tipo da spiaggia, dopo avere fatto il figone mettendosi questa specie di
pigiama per farsi il bagno, si accorge che l’asciugatura richiede dalle due
alle tre ore, con la salsedine che nel frattempo macera la pelle rendendola
sottile come l’ostia del torrone. Allora cosa fa? “Avvolge” il surplus di tessuto incastrandolo sotto la mutandina retata contenitiva. Il risultato visivo è quello di un mega pannolone variopinto: raro esempio di come età mentale e abbigliamento coincidano. No, perché poi la sera all’aperitivo si vestono magari da 25-30enni pur mantenendo la stessa età mentale…
Inoltre, dato che la parte coperta è ovviamente meno
abbronzata, si noteranno pure le sfumature di colore della pelle con e senza
melanina: un uomo tutto da analizzare, insomma. E, a proposito di abbronzatura,
ci sono poi quelli “vorrei-lo-slip-ma-non-posso” che si comprano il boxer per
poi cercare disperatamente tutti i modi e le posizioni per scoprirsi, per fare
arrivare il sole in posti improponibili, lì dove nemmeno uno con gli slip si
sognerebbe mai. Una specie di Kamasutra dell’abbronzatura: gambe in posizione
ginecologica, autosmutandature, proni e con i talloni uniti...
Non sanno,
evidentemente, che si può fare un bagno solare integrale in spiagge dedicate o
in centri estetici adeguati. E non sanno anche che, a meno che non siano
pornodivi, non frega niente praticamente a nessuno se hai l’inguine colorato o
meno. Ma diciamolo, forse non frega nemmeno per i pornodivi, dato che chi li
guarda non credo si soffermi sull’abbronzatura…
P(e)arigamba. Voglio coprire, ma non fare vedere. Ti faccio
intravedere il pacco e la sinuosità del sedere ma ti lascio anche qualche
dubbio. Ho il sedere cascante, ma voglio mascherarlo, il pisello piccolo ma non
te lo faccio capire… Il parigamba è l’indumento ideale per i mistificatori.
Aderente e forse pure comodo per chi lo indossa, riesce anche a ingannare su
pancia, afflosciamenti e cadute muscolari dovute all’età.
Ma anche a esaltare i
fisici tonici (che però preferiranno lo slip, fidatevi). Secondo le ultime
statistiche, il 90% dei parigamba è di colore scuro, unica tinta. Da persone
serie, insomma. O forse un po’ pallose, direte voi.
Il massimo della vita si raggiunge con quelli che fanno il
bagno con i pantaloncini aderenti che si usano per la palestra o per la bici.
Uso improprio di indumento: punito dal codice dell’eleganza spicciola.
Ci sarebbe un ultimo tipo di costume, quello di figura. Ma
non mi sento abilitato al commento, credo che ci voglia uno psicologo con un
paio di specializzazioni e due lustri di esperienza. Potete anche pensare che sono come la volpe e l'uva... e magari non vi sbagliereste nemmeno tanto.
Ma poi, alla fine, questi maschi sulla spiaggia, che fanno?
Lo 0,7% va per godersi il mare e la natura. Il restante 99,3% (incluso –
soprattutto? - quelli già fidanzati o sposati) va per abbordare (o farsi
abbordare). Assieme quindi alle mandrie di femmine di cui al precedente post,
vi sono infatti mandrie di maschi che solitamente si muovono in verso opposto.
I maschi quindi sono in cerca… in cerca di femmine. O, come dice il palermitano
medio di “fàmmine”. Li vedi fare finta di niente, parlare con l’amico accanto,
ma puntano lo stuolo femminile in avvicinamento. Due metri dopo l’incrocio, cambiano
improvvisamente argomento con la frase chiave:
- Minchia compa’…
E lì epitteti, aggettivi, valutazioni. Non sempre clementi
in verità.
Ma anche le “fàmmine” non si trattengono. Loro però non
hanno una frase per iniziare i commenti. In genere questi sono avviati da una
risatina corale (che spesso è anche rumorosa, una scusa per far voltare i
maschietti appena passati, con la più sfigata del gruppo che verifica se effettivamente
lo hanno fatto). E anche in questo caso procedono ad una scansione corporea
accurata, meglio che farsi una TAC. Ah, e non guardano quasi mai il pacco… con
buona pace di costumi, taglie e cuciture.
In definitiva, lunghi, corti, fiorati, scuri, aderenti o
laschi… questi pezzettini di cotone e lycra spesso non più pesanti di un etto
garantiscono la continuità della razza umana. O, almeno, di quella palermitana.
E non so fino a che punto sia un bene…
Nessun commento:
Posta un commento
Da qui in poi potete sfogarvi con tutta l'anima che avete in corpo